Elena Elli ci racconta il titolo Europeo di doppio U23

Torna a casa dagli “European Paralympic Youth Game” con una medaglia d’oro al collo la pongista lombarda Elena Elli (tesserata per l’Orma Malnate) che centra il successo nel doppio femminile under 23 in compagnia della rumena Ioana Tepelea. A raccontare la cavalcata vincente è proprio la diretta interessata che spiega: “Non avevo mai giocato insieme a Ioana prima di questo torneo, ma la conoscevo e volevo fare la gara a squadre con qualcuno con cui sapevo di poter fare bene e di divertirmi. Quando ho saputo gli iscritti al torneo e ho visto che c’era anche lei le ho scritto e lei ha accettato. Sapevo che eravamo le favorite ma siamo riuscite a giocare tranquille divertendoci e non abbiamo avuto molte difficoltà nell’affrontare le altre squadre”.

Prima del via del torneo di doppio avresti mai pensato di poter arrivare così in alto fino a guadagnarti una medaglia così importante?

“la speranza c’era, ma finché non sapevo quante coppie ci sarebbero state non potevo immaginare come sarebbe andata. Poi quando ho visto le iscritte ero sicura che avremmo potuto fare molto bene”.

C’è qualcuno in particolare a cui vuoi dedicare questa bella vittoria?
“Devo ringraziare sicuramente la mia famiglia ed il mio allenatore, che mi sostegno sempre, ma soprattutto devo ringraziare me stessa, perché non ho ceduto e sono riuscita a preparare gli Europei ed affrontare la maturità nello stesso momento”.

Cosa ti è invece mancato nel singolare per passare il girone?
“Nel singolare mi è mancata un po’ di lucidità mentale. In alcuni momenti cruciali della partita non sono riuscita a rimanere concentrata e non ho fatto quello che avrei dovuto fare a livello tattico”.

Ti chiamano “Elenator”, com’è nato questo soprannome?
“È nato per caso. Ha iniziato a chiamarmi così Giovanni Palazzoli, poi mi è rimasto”.

Prossimo obiettivo? Le Olimpiadi?
“L’obiettivo a lungo termine è inizialmente quello di fare bene e divertirmi, poi vedremo. Per ora però posso pensare più alle Olimpiadi di Parigi del 2024 che a Tokyo 2020 perché per l’anno prossimo ci vorrebbe un miracolo”.

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